Obbligo case green: costi e scadenze. Nei giorni scorsi è stata approvata la Direttiva Case Green che introduce il calendario per la riqualificazione energetica degli edifici residenziali esistenti. I costi stimati sono ingenti. Entro il 2030 saranno investiti 275 miliardi l’anno di cui 152 ancora da reperire. Per questo motivo è scoppiata – come ti ho anticipato in questo articolo del mio blog – la polemica. Nel nostro Paese, poi, la situazione è molto complessa.
Obbligo case green: costi e scadenze
Obbligo case green: costi e scadenze. In base ai dati ENEA, il 74% delle abitazioni italiane (circa 11 milioni) sono in classe energetica inferiore alla D: il 34% è G, il 23,8% F, il 15,9% E. Secondo le associazioni di settore, per la riqualificazione energetica di un’abitazione in classe G o F possono volerci fino a 120.000 euro. Sono i costi analoghi a quelli stimati dal Superbonus. C’è una differenza: oggi è sempre più difficile accedervi e sempre meno conveniente. La direttiva europea “case green” ha poi un calendario molto chiaro. Il consumo di energia degli edifici residenziali va ridotto del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035. Il 55% di questo taglio deve essere ottenuta dalla ristrutturazione del 43% degli immobili con le prestazioni peggiori. Tradotto: gli edifici residenziali esistenti devono ottenere la classe energetica E entro il 2030. Devono arrivare poi in D entro il 2033. Infine gli edifici di nuova costruzione, a partire dal 2028, dovranno rispettare direttamente le emissioni zero.
La presa di posizione
Nelle scorse ore, gli Stati membri dell’Ue si sono impegnati a ridurre del 16% il consumo energetico degli edifici residenziali entro il 2030. Sempre nel 2030 dovranno essere ad emissioni zero, poi, tutti i nuovi edifici residenziali (quelli pubblici dal 2028). Ci sarà anche l’obbligo di eliminare le caldaie a gas entro il 2040. Entro il 2050, tutto il patrimonio edilizio esistente dovrà raggiungere lo standard zero-emissioni.
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