Mutui in discesa? Facciamo chiarezza

Mutui in discesa? Facciamo chiarezza. In queste settimane si sente molto parlare di mutui in discesa, tagli al costo del denaro e luce in fondo al tunnel. Basiamoci, sempre, sui dati di fatto.

Mutui in discesa? Facciamo chiarezza

Il consiglio direttivo della Banca centrale europea ha lasciato invariati i tassi di interesse. C’è il 4% sui depositi, il 4,50% sulle operazioni di rifinanziamento e sui depositi e il 4,75%  sulle operazioni di rifinanziamento marginale. Francoforte prosegue la sua battaglia contro l’inflazione e per questo ha già fatto sapere che il costo del denaro resterà, più o meno, così «per un periodo sufficientemente lungo perché ci servono molte più informazioni che arriveranno nei prossimi mesi per essere sicuri» ha dichiarato la presidente Bce, Christine Lagarde. Tradotto per i “comuni mortali”: per ora nessuna inversione di marcia sulla politica adottata nel biennio 2022-23. Si attende una decisione non prima dell’estate, quindi bisognerà pazientare almeno fino a giugno. 

Occhio all’Euribor: è il termometro più “affidabile”

Le previsioni, a oggi, sembrano remare tutte in un’unica direzione. L’Euribor – il tasso di riferimento per i mercati finanziari, calcolato giornalmente, che indica il tasso di interesse medio delle transazioni finanziarie in euro tra le principali banche europee – a dicembre 2024 dovrebbe calare al 3%. Secondo gli esperti è lecito ipotizzare «almeno quattro tagli da 25 punti base entro fine anno, dato che oggi i tassi di riferimento per i mutui variabili rimangono di poco sotto al 4%». A oggi la situazione, intanto, è questa. Per un mutuo di 20 anni da 160.000 euro, a marzo 2023 il miglior tasso fisso costava 3,60% e aveva una rata di 936 euro, mentre ora costa 2,73% con una rata di 866 euro. Oggi considerando anche le offerte green il tasso scende ulteriormente al 2,55% e la rata mensile a 852 euro. Il risparmio è tra i 16.800 e i 20.200 euro di interessi totali. 

Aspettiamo (con ansia) l’estate

Insomma: i risparmi iniziano a farsi sentire. Per essere ancora più marcati, come detto, dovremo pazientare fino (almeno) al prossimo giugno quando la Bce dovrebbe innescare la vera e propria inversione di rotta.

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