Mutuo a tasso variabile: cosa cambia

Mutuo a tasso variabile: cosa cambia. Come ho anticipato in questo articolo del mio blog, la Banca Centrale Europea sta per modificare la sua rotta. A giugno dovrebbe infatti avvenire il primo taglio del costo del denaro – gli esperti prevedono anche un “consistente” 0,75% – dopo i continui (e marcati) rialzi dell’ultimo biennio. Questo avrà un impatto sulla rata del mutuo a tasso variabile.

Mutuo a tasso variabile: cosa cambia

Mutuo a tasso variabile: cosa cambia. Supponendo che le previsioni di taglio dello 0,75% siano corrette, facciamo un esempio pratico con un mutuo da 100.000 euro della durata di 25 anni. Ipotizziamo uno spread – la differenza tra due parametri- dell’1,50%. Durante il mese di aprile pagheremmo poco meno di 610 euro a dicembre l’importo scenderebbe già intorno ai 565 euro. Entro la fine dell’anno il beneficio mensile sarebbe di quasi 45 euro al mese.

I possibili scenari

A quanto si apprende, le previsioni dicono che la discesa dei tassi proseguirebbe anche dell’1,80% entro gli del 2028. In realtà, ragionamenti a lungo termine non sono facili da compiere su una materia così delicata. Il livello dei tassi dipende dall’inflazione, che a sua volta è conseguenza dell’andamento dell’economia e via dicendo in un labirinto in cui è davvero pericoloso addentrarsi. Quindi? Come riporta questo approfondimento, le banche potrebbero offrire sempre più soluzioni a tasso fisso ai nuovi clienti. Motivo? I tassi scendono e «non sappiamo fino a quale livello; meglio mettersi al sicuro incassando una rata d’importo certo, anche se momentaneamente più bassa della rata di un mutuo a tasso variabile».

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Un commento su “Mutuo a tasso variabile: cosa cambia”

  • Vercelli: le case riacquistano valore! – Emiliano Cinelli

    […] decisamente incoraggiante anche considerando la situazione dei mutui. Come ti ho spiegato in questo articolo, infatti, è ormai imminente il primo, deciso taglio dei tassi da parte della Banca Centrale […]

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